Valtur, un anno dopo. La sfida dei Pagliara

Tour operator
- 29/05/2019 17:29

Valtur, un anno dopo. La sfida dei Pagliara

Valtur, un anno dopo. A poco più di dieci mesi dall’acquisizione del marchio Valtur, la strategia messa in campo dai fratelli Pagliara con l’aiuto di Pietro Aversa sta prendendo forma.

“Abbiamo addosso gli occhi di tutto il mercato – esordisce l’a.d. di Erregi holding, Giuseppe Pagliara (nella foto insieme al fratello Roberto) -. Tutti pronti a chiedersi se la scommessa Valtur non tolga luce a Nicolaus, se le vendite sull’Italia siano in crisi, se ci sia bisogno di un’ulteriore iniezione di capitale. A tutti loro rispondo che il progetto Valtur va avanti nei modi e nei tempi stabiliti. Non siamo in competizione con nessuno, non dobbiamo compiere mosse mirabolanti e, soprattutto, non stiamo correndo i cento metri ma una maratona. Sulla distanza, grazie a un piano industriale solido e alla politica dei piccoli passi, siamo sicuri di guadagnare sul mercato la posizione che spetta a Valtur. E che i clienti già ci riconoscono, testimoniando un elevato indice di soddisfazione”. All’insegna di un progetto “qualitativo, serio e sostenibile”.

I numeri dell’estate
Inutile negare che i segnali sulle prenotazioni estive non siano tutti incoraggianti, ma Pagliara ha una sua precisa chiave di lettura: “Sicuramente, dopo l’abbuffata primaverile, le prenotazioni estive si stanno in generale muovendo a rilento, ma è un fenomeno che riguarda tutto il mercato, anche a causa dell’incertezza socio-politica che si respira in Italia e alle avverse condizioni meteorologiche. In casa del gruppo Nicolaus, non ci facciamo prendere dalla frenesia. Giugno, specie grazie ai gruppi, e agosto sono in linea con gli obiettivi di budget, a fronte di un luglio invece ancora fermo. Considerando il periodo gennaio – giugno 2019, registriamo addirittura un incremento del 22 per cento di fatturato complessivo a pari periodo. E anche considerando il solo andamento delle prenotazioni estive confermo l’obiettivo di budget preventivato per il 2019, che verrà se mai limato al massimo del 3 per cento”.