Investire e comunicare,
la strategia di Grand Tour
per aiutare la Giordania

“Nella buona e nella cattiva sorte”. Non sono le promesse di un matrimonio, ma gli impegni che dallo scorso 7 ottobre Grand Tour, la Dmc per la Giordania, ha voluto rispettare con i suoi collaboratori sia italiani che giordani. “Non abbiamo voluto lasciare solo nessuno - ha dichiarato Mahmoud Khasawneh, general manager di Grand Tour Jordan -. Abbiamo mantenuto lo stesso personale sia qui in Italia che in Giordania, come si fa in una grande famiglia”.

È stata quindi una grande prova di solidarietà quella messa in campo in questi mesi dalla Dmc, a seguito del crollo turistico giordano, vittima indiretta del vicino conflitto israelo-palestinese.

Secondo Carla Diamanti, capo del team Italia di Grand Tour, la linea guida di questi mesi è stata una sola: andare avanti come se non fosse successo nulla. “Dal giorno dopo del crollo - ha chiarito Diamanti - abbiamo immediatamente organizzato un viaggio destinato a ben 44 adv per mostrare la situazione dei luoghi. Non abbiamo mai smesso di comunicare informazioni sulla Giordania, né di fare formazione. Infine abbiamo attuato tariffe scontate del 25%, che continueranno fino a settembre”. Una strategia onerosa e rischiosa quella attuata dalla Dmc, ma che in minima parte ha dato i suoi frutti. “Poco, ma abbiamo sempre continuato a lavorare” ha concluso Diamanti.

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