Restrizioni e caro prezzi:i timori delle agenzie

Vaccino sì, vaccino no. In poche ore la Thailandia ha cambiato idea, rigettando nell’incertezza le agenzie di viaggi, prese in contropiede dall’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i turisti stranieri introdotto a sorpresa la scorsa settimana dalla destinazione asiatica, poi revocato poco dopo. Un incidente durato 24 ore, ma che ha comunque generato sconcerto nella distribuzione organizzata.

“Sembra un incidente minimo, ma in realtà - commenta Giordano Nobile, presidente Fiavet Lombardia - è bastato questo per farci tornare indietro di due anni, all’incubo delle restrizioni e dei test pre-viaggio. Come se non bastasse, il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina ha poi tardato ad aggiornare la scheda relativa al Paese e anche questo ha contribuito a generare disdette, richieste di chiarimento e vero e proprio panico tra gli operatori”. Che il settore impieghi sempre settimane, se non mesi, a smaltire piccoli shock lo crede del resto anche Giuseppe Scanu, presidente di Fiavet Campania e Basilicata: “Sono sempre le notizie contraddittorie come queste della Thailandia a generare incertezza. Anche se è durata l’arco di un weekend, è un'informazione che è comunque arrivata al cliente, è rimbalzata sui social e chissà poi quanti ne sono rimasti influenzati o quanti si sono trovati effettivamente a conoscere la rettifica. Sono pasticci come questi che fanno male al nostro settore”.

Comunicazione poco chiara
Ma che in fondo sia tutta l’area asiatica a risentire di una comunicazione poco chiara lo sostiene Giancarlo Reverenna, presidente di Fiavet Veneto: “Dalla Cina arrivano informazioni contraddittorie che ci preoccupano. Un comportamento poco lineare che influenza non solo il nostro outgoing verso l’Asia, ma anche la ripresa di un mercato come quello cinese, che per noi rappresentava fino al 2019 numeri tutt’altro che banali”.

Crescono le tariffe
Ritiene invece che il nodo numero uno sia l’aumento generalizzato delle tariffe Gabriella Aires, presidente di Fiavet Piemonte: “Il vero scoglio - dice - sono i prezzi: oggi chi vuole viaggiare deve mettere sul tavolo almeno 4mila euro invece dei 2 o 3 mila che preventivava due anni fa. Il risultato è che la fascia media non ce la fa e sta purtroppo scomparendo. A questo si aggiunge poi il problema della marginalità, che con l’aumento dei costi fissi che tutti noi stiamo vivendo, si sono ridotte ulteriormente”.

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