L’idea della Grecia: un passaporto sanitario per i turisti nell'Ue

L’idea non è nuova perché ci aveva pensato giorni fa già il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas per far ripartire il mercato delle vacanze sull'isola: istituire una sorta di passaporto sanitario che rappresenti un lasciapassare per i turisti.

Ora, però, a portarla a Bruxelles è stato il ministro del Turismo della Grecia, Haris Theohari; si tratterebbe in pratica di un certificato che assicuri lo stato di salute del turista e che, dunque, implicherebbe un test prima del volo.

"Al momento non abbiamo ancora una risposta - ha detto a La Stampa il commissario Ue responsabile per il Mercato interno e industria Thierry Breton, secondo quanto riportato da Agenzia Nova -. Come Commissione ci stiamo lavorando, anche per far sì che ci sia pieno accesso ai kit per il test. Da questo punto di vista la situazione è migliorata rispetto all'inizio. Non so se l'obbligo dei test sarà parte dei protocolli per l'attraversamento delle frontiere interne, perché il lavoro deve essere ancora finalizzato".

Scommessa sulla sicurezza
“La grande scommessa quest’anno – ha detto Theohari nel corso di una trasmissione televisiva greca – sarà l’ingresso e l’uscita in sicurezza dal mio Paese, ma non solo. Per questo l’idea del passaporto sanitario potrebbe essere applicata da tutti gli Stati mediterranei”.

Il ministro ha stimato per l’incoming greco una perdita di fatturato del 50% per quest’anno, con la prospettiva di una stagione turistica concentrata nei tre mesi da giugno ad agosto, “un periodo in cui tutti i player dovranno darsi da fare per recuperare il terreno perduto. Non escludo, però, che la stagione si possa prolungare anche per tutto ottobre e magari anche novembre, sempre che il coronavirus ce lo consenta”.

Dall'Ue un 'Piano Marshall' per il turismo
Intanto in vista dell’imminente confronto europeo Breton si è sbilanciato confidando che “il 20%-25% delle risorse del fondo per la ripresa potrebbero essere destinate solo al turismo”. Si tratta di contributi tra i 200 e i 300 miliardi di euro, a seconda di quanto gli Stati decideranno di mettere nel fondo.

“Il turismo - ha dichiarato il commissario alla Stampa - è in cima alla lista delle nostre priorità in quanto rappresenta l'11% del Pil europeo e il 12% dell'occupazione. Sono 27 milioni di posti di lavoro, più di 3 milioni di società. E oggi le attività sono quasi a zero”.

E ha aggiunto come Von der Leyen gli abbia chiesto di guidare una missione per studiare ciò che serve al turismo a livello Ue e per pensare al rilancio. “Il comparto - ha aggiunto - deve fare una svolta nel senso dell'ecosostenibilità e della digitalizzazione. Dobbiamo ripensare e reinventarlo per far sì che l'Europa continui a essere attrattiva anche dopo la crisi, la prima meta turistica al mondo. E per farlo ci serve un vero e proprio Piano Marshall".

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