Lusso e storytelling, l’analisi di Ic Bellagio

Il turismo di lusso passa per lo storytelling. Parola di Andrea Grisdale, ceo e fondatrice di Ic Bellagio, dmc nata nel 1999 e divenuta una delle voci più autorevoli in Italia per i viaggi di lusso. “I nostri clienti chiedono alberghi sense of place, dove non trovano solo accoglienza, ma ciò che gli permette di sentire e vivere autenticamente il nostro Paese” racconta.

Ecco allora che chi viene in Italia vuole fare sentiment experience, imparare a vivere come gli italiani: “Non chiedono più ristoranti di lusso, ma locali più semplici, dove si assapora la qualità e la tradizione. Nell’alloggio non interessa il bagno di marmo, il palazzo elegante o la Ferrari parcheggiata sotto. Meglio conoscere un cercatore di tartufi o un piccolo produttore di vini. Tutto ruota attorno le persone, ai loro racconti. Per questo è sempre più importante gestire bene le nostre destinazioni” aggiunge.

In questo modo si aiutano anche a far sopravvivere piccole realtà artigianali, che altrimenti non riuscirebbero a sostenere la concorrenza. Il turista altospendente è in genere anche un repeater, che viaggia molto in bassa stagione perché riesce a godersi meglio il viaggio.

Viene in Italia la prima volta per vedere Roma, Firenze e Venezia, ma torna per scoprire nell’ordine il lago di Como, la costiera amalfitana, la Sicilia e da qualche anno anche le Dolomiti.

“Non è ancora un vero trend, ma negli ultimi mesi c’è sempre più la tendenza a chiedere di andare anche in Emilia Romagna e in Basilicata” conclude Grisdale.

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