Carte di credito e fee del 5% Agenzie al contrattacco

Un nuovo alleato al fianco delle agenzie di viaggi e delle associazioni di categoria sulla vicenda della fee del 5%, ora temporaneamente sospesa da British e Iberia, per chi vuole pagare la biglietteria aerea con carta di credito. È l’Associazione Prestatori dei Servizi di Pagamento (Apsp) ad esporsi sul tema, diffondendo una nota in cui chiarisce la propria posizione.

No a bandi e discriminazioni sull’accettazione dei pagamenti con carte di credito da parte delle compagnie aeree” dice chiaramente l’Apsp.

A seguito della revisione della Reso 890 di Iata, si è infatti sollevato un nuovo dibattito tra vettori e dettaglianti. Il provvedimento, erroneamente interpretato dalle compagnie aeree come una vera e propria penalizzazione dei pagamenti tramite carta di credito delle agenzie, stabilisce in realtà che le adv potranno utilizzare le proprie carte di credito solo “previa ed esplicita autorizzazione delle singole compagnie aeree, con le quali si stipula un accordo di servizio ad hoc”.

Rischio frodi
“La Reso ha, tra gli altri, l’obiettivo di promuovere procedure volte ad eliminare e ridurre il rischio di frodi sui sistemi di pagamento – rimarca la nota di Apsp - ed introdurre un divieto che esclude l’utilizzo di carte intestate all’agenzia, sembra in evidente contrasto con la premessa”.

Il caso British
La decisione di British Airways (Gruppo Iag) di applicare dall’1 giugno 2018 un addebito del 5% sul pagamento di biglietteria aerea con la carta di credito dell’agenzia, orasospesa in attesa di una policy definitiva, viene visto come un ennesimo attacco delle compagnie aeree alle agenzie di viaggi, che già stanno vivendo un momento complesso e che fanno affidamento sul credito delle carte per le operazioni quotidiane di business.

Infine, riporta ancora il documento, “l’atteggiamento tenuto dalle compagnie è in contrasto con la direttiva 2007/64/CE, relativa ai servizi di pagamento del mercato interno, recepita poi nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n.11 che prevede che il beneficiario non possa applicare a carico del pagatore ulteriori spese relative all’utilizzo di strumenti di pagamento”.

A ciò si aggiungono “la potenziale creazione di intese restrittive della concorrenza e la possibile violazione delle clausole contrattuali che sanciscono un principio di non discriminazione sulla base dell’identità del punto vendita e delle sue carte appartenenti a un determinato circuito”.

Le contraddizioni
“Imporre le proprie condizioni alla pluralità di agenzie, incluse quelle con le quali non esiste un rapporto contrattuale – evidenzia il presidente Apsp Maurizio Pimpinella -, da parte delle compagnie è non solo discriminatorio, ma lesivo della libertà economica e finanziaria e non riconosce che i pagamenti elettronici rappresentano l’architrave dell’economia che connette il mondo professionale, produttivo e dei servizi e supporta la competitività delle imprese”.

Le mosse delle associazioni
Nelle settimane scorse le associazioni di categoria – Astoi, Fto, Assoviaggi, Aidit e Fiavet – erano insorte con una nota congiunta che condannava l’operato di British Airways in questa circostanza, al fine di “affidare un incarico ai prorpi legali volto a verificare la legittimità del comportamento del vettore, riservandosi all’esito ogni più opportuna azione nei confronti della compagnia, a tutela del mercato e delle aziende aderenti”.

Aiav aveva scelto la via più dura, citando in giudizio la Iata. Lo scorso 9 luglio sono state depositate le memorie conclusive dell’azione giudiziaria promossa da Aiav e dopo una prima udienza tenutasi al tribunale di Roma il 7 giugno, ora si attende la data del prossimo 4 ottobre: in questa sede il giudice dovrà stabilire se sia lecito o meno discriminare un’intera categoria imprenditoriale.

“Ci pare assolutamente chiaro – è stato il commento di Fulvio Avataneo, presidente Aiav - che dietro le modifiche della risoluzione 890 non vi sono ragioni di sicurezza, ma solo ed esclusivamente interessi economici che, dopo aver penalizzato fortemente gli agenti di viaggio, ora mirano a colpire i Gds, aprendo la strada al sistema Ndc che potrebbe essere pronto ad operare entro la fine del 2019”.

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