Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il momento tanto temuto è arrivato. Entro la prima metà del mese i commissari di Alitalia inizieranno a inviare le lettere di licenziamento a poco meno di 2mila dipendenti dell’ex Alitalia, in cassa integrazione dal 2017.
A darne notizia ai sindacati è stato il Ministero del Lavoro, i cui tecnici hanno specificato che non ci sono più né i termini normativi per allungare la Cigs, né le condizioni - ossia i soldi, come specifica Il Messaggero - per una proroga. Unici fatti positivi la garanzia di tre anni di Naspi e la possibilità di facilitare il pensionamento per chi si avvicina all’età di uscita.
I licenziamenti saranno operati a partire dal primo novembre e coinvolgeranno circa una novantina di piloti che operavano nelle basi di Fiumicino, Milano Linate, Malpensa e Venezia, oltre 1.300 assistenti di volo impegnati tra il Leonardo da Vinci e i due scali milanesi, poco più di 400 assistenti di terra che operano per lo più in grandi e piccoli aeroporti, oltre a manutentori, quadri e impiegati.
Non ci sono le risorse, dunque, per prorogare la Cigs, ma nonostante questo i sindacati non intendono rassegnarsi e continuano a insistere: “Con forza - dicono – chiediamo che tutte le istituzioni coinvolte possano trovare soluzioni concrete per scongiurare un dramma sociale di vaste proporzioni, intervenendo immediatamente nel bloccare l’invio delle lettere di licenziamento”.